Architettura

Una casa di pietra

Una casa di pietra

La casa di pietra a Palermo è una residenza quasi monomaterica. Antonio Iraci ha voluto sondare quasi ogni possibilità che la pietra naturale può regalare nei setti, nelle campiture delle pareti, nei singoli, minimi dettagli. Un nuovo manifesto dell’utilizzo di materiali autentici.

Di Giorgio Tartaro

Antonio Iraci non si innamora necessariamente di un materiale. Per come lo conosco si innamora, spesso, delle possibilità compositive e performanti, anche oltre i limiti a volte, che un singolo materiale può regalare. Quale moderno demiurgo piega le possibilità di legno, metallo, cemento, pietra alle necessità del progetto, con esiti inattesi e continue sorprese.
Giocando sì, e anche con dovizia di declinazioni, sul trompe l’oil, ma evitando scientemente il camouflage. Si scopre, magari avvicinandosi, che si tratta di quel preciso materiale ma non lo si scambia, indotti, per altro.
Spesso infatti discuto con chi etichetta le architetture di Iraci quali figlie di uno stesso segno. Se il segno c’è, ed è evidente che ci sia, è quello di una saggia conscia traduzione del portato progettuale nell’alveo del moderno, del contemporaneo, ove i due termini non sono certamente antitetici, potendo ascrivere il primo a un dettame stilistico e il secondo a un continuo aggiornamento dato dalle nuove possibilità di lavorazione e di innesti tecnologici.

Antonio disegna tutto e nel farlo, ovviamente, prevede e, a volte si sorprende e fa sorprendere.

La casa di pietra a Palermo è un progetto inserito all’interno di un complesso residenziale compatto. La superficie totale del complesso è di 2500 metri quadri, mentre la superficie della Villa ha un forte sviluppo al piano terra con 300 metri quadri, e un piano primo con 60 mq.
Il piano terra della villa ha quindi un rapporto privilegiato e integrale con la villa si sviluppa l’esterno, mentre il piano primo accoglie uno studio privato con generoso spazio esterno.
La casa di pietra è “geolocalizzata” nel senso che il materiale principe utilizzato è la pietra billiemi, pietra tipicamente della catena dei monti di Palermo ed il riferimento è fortemente voluto e ricercato.
La struttura è totalmente rivestita di pietra sia a pavimento che a parete ed anche nei soffitti ed in alcuni mobili; l’unico contrasto è la presenza del legno in un setto longitudinale che attraversa la villa interno/esterno e la scala elicoidale in un unico blocco di Corian bianco.
All’esterno la piscina è totalmente rivestita in pietra billiemi ed è realizzata con uno sfioro a travaso totale.

Come spesso accade con i progetti di Iraci è soprattutto il testo architettonico a parlare. Ma definendo quale “manifesto” questo progetto palermitano, non possiamo che riferire al grande Mies una lezione di setti, superfici lapidee, vetri, specchi d’acqua e altri elementi dichiarati che Iraci porta nei suoi progetti, capaci di passarsi continuamente il testimone l’un l’altro.

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