Design

Quando lo sfrido è risorsa

1-antoniolupi-024

Annosa questione quella degli scarti (i cosiddetti “sfridi”) di lavorazione generati dai pezzi avanzati da uno scavo, da un manufatto di pietra naturale o dalle rotture in fase di lavorazione.

Considerare gli sfridi lapidei come risorsa non significa solo ridurre gli sprechi, ma anche applicare modalità alternative per la realizzazione di oggetti e prodotti, in un’ottica di rigenerazione e sostenibilità.

Fra gli esempi significativi per compiutezza di progetto, per approfondimento del valore della sostenibilità, oltre che per la lavorazione, il lavabo 024 disegnato da Gumdesign per Antonio Lupi è il risultato dell’assemblaggio di 24 spicchi di marmo di recupero tagliati in forma trapezoidale e incollati tra di loro da resina a contrasto di colore.
Il bacino è in marmo bianco di Carrara mentre il piedistallo è in marmo nero Marquinia. Gli spicchi che compongono il busto sono molto più piccoli per rendere leggero il lavabo, che pesa in tutto 50 kg. Questo lavabo fa parte della collezione Tra le righe di cui fanno parte anche i due lavabi Gessati e Rigati, i cui listelli di marmo sono incollati rispettivamente in modo verticale e orizzontale e successivamente scavati e lavorati per ottenere la forma desiderata.

Di altro tipo di lavorazione ma di altrettanta leggerezza e maestria produttiva è fatto il lavabo Intreccio che, disegnato da Paolo Ulian sempre per Antonio Lupi, ha meritato la Menzione d’onore del XXVI Compasso d’Oro 2020. Del peso di 55 kg, nasce da un blocco di marmo di 11 cm nel quale vengono ricavati, mediante tecnologia di lavorazione a controllo numerico, anelli concentrici sottili e leggeri. Dalla sovrapposizione di questi layer sfalsati, si va a creare un gioco di chiaroscuri, pieni e vuoti che risulta dalla variazione della luce sulle forme concave o convesse. Intreccio si può a tutti gli effetti considerare un lavabo ecosostenibile in quanto la tecnologia utilizzata per la sua realizzazione è un virtuoso esempio di riduzione di scarto di materia prima.

Di Sabrina Sciama

Iscrizione newsletter