Scorgiamo nel web e sulle maggiori testate di riferimento inarrivabili esempi di case di vacanza ricavate nella roccia, nei declivi di terreni fronte mare, nelle pieghe del suolo. Sono luoghi superprogettati e aggiornati con le migliori tecnologie possibili. Ma si riferiscono alla lontana storia dell’umanità.

Si aggirano per il web e per il pirotecnico mondo dei social per immagini case da sogno ipogee e seconde case ricavate da cave dismesse o da vere e proprie caverne. Inutile scomodare miti antichi e recenti letterature legate a fantastiche città quali Matera o altri luoghi in Italia o meno. Interessa capire quanto un benessere riaggiornato e riordinato nella nostra psiche, anche grazie alle tecnologie moderne di gestione della luce, dell’aria e dell’acqua, per esempio, riescano a riportare l’uomo e il proprio immaginario rispetto al nido, riparo, casa in questi termini.

Va detto che la casa nelle Baleari o la villa ipogea in Grecia sono luoghi effettivamente da sogno, ove il filtro tra interno ed esterno è molto ampio, labile, declinato. Le piscine e le SPA invadono questi due territori e fungono da conforto visivo e fisico. Non sarebbe altrimenti possibile apprezzare soluzioni del genere in un periodo di forzata chiusura. Ci si potrebbe poi domandare se dopo le case sugli alberi (certo che Platone, Calvino…), gli alberghi nel ghiaccio, le case galleggianti queste case ctonie, fortemente legate alla terra e alla dura pietra, possano essere in un certo senso un forte portato dei tempi che stiamo vivendo. Un passaggio quasi naturale a una solidità che impariamo da piccoli anche grazie alla disneyana videofavola dei tre porcellini. Il pericolo, il lupo, il virus non potrà varcare la soglia di una abitazione scavata nel sasso, affondata nella terra, ben agganciata alla roccia.

Pensiamo poi alla restituzione visiva di pareti di roccia piena, magari con ancora qualche segno delle lavorazioni antiche. Immaginiamo di scrutare il cielo nel living di una villa in Grecia che taglia il declivio e traguarda il mare. Pensiamo a quanti miti, storie, tradizioni un luogo, una super casa del genere possa rievocare e, perché no? Generare. Siamo ovviamente in casi limite, unici, ma il fatto che le maggiori testate e profili editoriali si divertano a scovare esempi di queste fughe, reali o oniriche che siano, fa pensare che si stia effettivamente immaginando una nuova casa, seconda casa, sognante luogo di fuga. E sorprende che la pietra, la roccia, la nuda terra siano protagonisti di un nuovo vocabolario aspirazionale.

Di Giorgio Tartaro

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